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2021

C’È SEMPRE UN LATO BELLO DELLA VITA: BASTA SAPERLO TROVARE

C’È SEMPRE UN LATO BELLO DELLA VITA: BASTA SAPERLO TROVARE
“Avrei potuto raccontarti la mia vita al contrario, ma te la racconto così, con semplicità, iniziando dalle cose belle e non da quelle brutte. C’è sempre un lato positivo in tutto”. È questa la lezione magistrale di Raffaella Bagni, quarantotto anni, tre figli, infermiera, tre fratelli, un divorzio, una convivenza, originaria di Recanati, trevigiana di adozione, oggi felicemente single. Le cose belle – Raffaella – le ha sapute trovare. Iniziando a cogliere fin da subito le opportunità che la vita le ha offerto, quando la maestra della scuola elementare della sorella, vedendola ragazzina al bar della mamma, le ha consigliato di fare l’infermiera e di accedere alla scuola professionale. “Avevo appena finito le medie” – racconta- “e ho subito capito che quel consiglio avrebbe potuto aprirmi la strada della vita. E così è stato: sentivo che potevo fare una professione di aiuto, dai salesiani avevo imparato molto. Ho scelto il biennio più vicino casa e poi l’accesso alla scuola professionale.
A vent’anni avevo già un posto sicuro, guadagnavo un milione e ottocento mila lire, ero felice e soddisfatta, a ventidue anni mi sono sposata. In Ospedale ho incontrato qualche persona spiacevole all’inizio, ma sono sempre riuscita a lasciar perdere, ho avuto l’opportunità di crescere, di fare tanti corsi, di fare del bene, ricordo il mio primo reparto con affetto, faccio il lavoro più bello del mondo. Il lavoro a turni è stata una grande opportunità, mi ha consentito di crescere serenamente tre bambini e di trovare anche lo spazio per me, di trasferirmi senza problemi quando ho voluto salire in Veneto per cercare chances migliori per i miei figli, grazie ad una mobilità interna. L’ultimo slancio che mi ha regalato la professione è stato nel pieno della pandemia Covid: ho fatto la domanda per partecipare al Bando della Protezione Civile e quel mese di full immersion senza sosta a Bologna in terapia intensiva, in cui mi sono trovata a dare il cambio a colleghi stremati ed a pregare per anziani sconosciuti – mi ha restituito una grande carica e un’ enorme soddisfazione, mi ha aggiunto un’esperienza che mi mancava. Non ho mai avuto paura dei contagi, sapevo che era una cosa giusta e bella da fare. La stanchezza si, c’è stata, ma è arrivata alla fine. Quando sei lì col paziente non la senti, non hai il tempo di pensarci.” Tre figli: due femmine ed un maschio (19, 21 e 24 anni) “ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo”, il divorzio, la lunga convivenza conclusa, il lavoro a turni, una malattia cronica con cui convivere, la grave patologia del fratello di qualche anno fa, una casa in affitto ed una – quella di proprietà – nella campagna lontana a Recanati. La traduzione di tutto questo è: autostima al massimo, felicità nelle piccole grandi cose e – soprattutto – il saper restare in una quotidianità virtuosa ed equilibrata, dove ha trovato la capacità di farsi bastare quello che c’è, che non rincorre l’estetica, ma la ritrova in quel sapersi curare che ha insegnato anche alle figlie, come in una sacra alleanza al femminile che non è intaccata neanche dal ragazzo, il primo figlio maschio, ospite gradito quando c’è, ma quasi ‘intruso’ nelle spese fatte insieme al supermercato, nelle cerette fai da te, nelle pieghe fatte in casa, nelle ricette semplici e buone di una cucina sana che unisce la famiglia. La maternità è “un ricordo bellissimo: avevo tre bambini buoni ed è stato tutto facile. Anni di coccole e di pomeriggi al mare. Mai un raffreddore all’asilo.” “Tutto questo”- afferma Raffaella – “è la mia vita, ho imparato ad apprezzare quello che ho, a rendermi conto che c’è sempre qualcuno che sta peggio, a cercare sempre nuovi stimoli. Ho indagato ambiti che non conoscevo: la scrittura autobiografica, il counselling, la medicina narrativa, tutti stimoli utili. Guardo avanti e mi sento in ricerca e in trasformazione. Il cartello appeso nello studio di un sacerdote salesiano che conoscevo da ragazzina recitava: “Se non c’è rimedio perché ti arrabbi?” mi ha insegnato a cercare il lato positivo di ogni cosa ed a valutarle al netto dei problemi, che ci sono sempre e per tutti. Ho imparato a selezionare e a stare con le persone con cui sto bene, a stabilirmi obiettivi aperti.”