La grande crisi ancora non si era palesata, ma sapevamo
che non sarebbe stato facile, per le giovani generazioni, trovare un lavoro. Siamo partiti da noi, dalla mia passione per i biscotti, da un’abilità molto semplice che ho coltivato molto coi bambini nella cucina di casa.
In Francia avevo ammirato la formula ‘cure gourmande’, una distribuzione di biscotti sfusa davvero molto innovativa che in Italia mancava
e che mi ha molto ispirato. Ha contribuito un cartello, visto per caso
a Dosson: affittasi laboratorio di pasticceria.
Era praticamente nuovo e pronto per l’utilizzo, non mancava nulla.
In pochi mesi siamo passati dall’idea al progetto: mio marito ha mantenuto il suo lavoro a Verona per garantire la sussistenza della famiglia. Io mi sono licenziata, ho fatto i corsi necessari per l’haccp, mi sono assunta il rischio di impresa e con l’aiuto tecnico di mia sorella, le idee di marketing di mio marito, la mia passione e tanta fatica, abbiamo fondato una biscotteria
con un marchio identitario: Biscotteria Bettina. Un prodotto semplice,
sano, senza creme, fatto con materie prime di qualità, innovativo nella diversificazione dei gusti, ma basato sui principi della tradizione italiana. Nonostante la crisi mondiale, nel 2010 abbiamo aperto un negozio
in centro, con i primi distributori di biscotti sfusi. Decine di tipologie e tante nuove esperienze gustative: grano khorosan per i dolci e curry per i salati,
ne avevamo davvero per tutti i gusti. Ci siamo sbizzarriti in confezioni
e sacchetti. Abbiamo assunto cinque donne appassionate in laboratorio: sperimentazione ed entusiasmo allo stato puro e senso di squadra tra donne. I nostri biscotti erano e sono distribuiti in bar, alberghi, ristoranti.
Sono riuscita a tradurre – in forma di biscotto – il tiramisù trevigiano
ed ho aperto la strada alla scatola di biscotti come cadeau tipico e turistico. Fin da subito, abbiamo pensato ad una produzione integrata e bilanciata
col salato, per soddisfare i momenti del the e del caffè, ma anche
per rendere omaggio all’altro grande rito trevigiano: l’aperitivo.
Abbiamo sempre cercato di crescere proponendo gusti e sapori di ogni genere e regalando soddisfazioni e piaceri per il palato di privati, turisti, bar, ristoranti e alberghi. Non ho mai potuto fermarmi: la lista dei gusti
si allungava sempre più, per far quadrare bilanci e produzioni,
ho sacrificato tutto il mio tempo, ho sempre lavorato fino a tarda sera.
Mi sono immersa nell’azienda per dieci anni: ho toccato con mano
la responsabilità per i dipendenti, ho imparato, a mie spese, a trattare
con fornitori e direttori di banca.
La velocità ed il ritmo del lavoro mi hanno fatto perdere la dimensione
del tempo che passa. Me lo hanno però ricordato i miei figli, nel frattempo diventati adolescenti e con bisogni importanti. Entrambi, uno con lo sport
a livello agonistico, l’altra con lo studio all’estero e la scuola, hanno fatto scelte impegnative che voglio seguire. La mia vita è un turbinio che si divide tra nuovi impasti ed allenamenti dei figli, trasferte, partite, verifiche, partenze verso l’estero. A volte sento tutta la stanchezza. In questo ritmo di corse
e appuntamenti, durante il lockdown, ho approfittato per rivedere le priorità ed organizzare il lavoro in maniera diversa. Sto imparando a delegare
di più: ho trovato delle persone uniche e speciali che hanno creduto
nella Biscotteria Bettina e che condurranno con me l’azienda.
Mi sono stabilita obiettivi minimi ma sto iniziando a ritagliare qualche scampolo di tempo per me, per le cose che mi piacciono. I libri, i concerti,
la bellezza. Voglio tornare al mare, a Venezia, al Lido, il luogo in cui sono nata e cresciuta e dove vive ancora mia mamma.
Conciliazione è anche questo: saper rinunciare a qualcosa quando serve
e dare il giusto peso alle cose, restando in armonia coi ritmi dell’azienda,
anzi cogliendo di essa i valori principali che fanno crescere.
Il lavoro restituisce dignità prima di tutto, ma anche arricchimento.
Oggi so che i vasi dei miei biscotti sono lì, esposti, con tutte le loro etichette pensate una ad una: regalano bontà negli alberghi di luoghi meravigliosi
del Veneto e dell’Italia, ma anche in tante case sono il segno di relax
ed accoglienza. Raccontano una storia semplice ma vera, vissuta giorno per giorno, tappa dopo tappa, ricetta dopo ricetta, imparando prima di tutto a mettersi in gioco.”