UNA, NESSUNA E CENTOMILA

“Coltiva la tua passione, segui il tuo istinto, sbaglia con la tua testa”: è questo il “fondamento” umano, professionale e morale di Valentina Dal Zilio, 45 anni, oggi caposervizio del Gazzettino di Treviso, prima donna alla guida della redazione trevigiana nella storia del grande quotidiano veneto. Una storia piena di amore, libertà e passione per il lavoro, che inizia presto. “Sì, a scuola ero brava in italiano – racconta Valentina – ho sempre pensato di fare la giornalista.

APRIRSI A NUOVI ORIZZONTI

La storia di Maria Domenica non è solo la storia di un grande medico, è un esempio di come un punto di partenza sbagliato possa poi trasformarsi in un punto di forza capace di aprire nuovi orizzonti. La sua storia inizia in Salento, a Presicce, in provincia di Lecce, da genitori entrambi migranti in Svizzera.

L’infanzia è stata difficile, segnata da un trauma che ha inciso profondamente per tanti anni: il suicidio del padre a soli 39 anni; persona irascibile, violenta e depressa, oggi si direbbe un “border” di cui la madre si era innamorata da giovane.

BUONO, SANO E FATTO DA ME: DOVE TI PORTA LA PASSIONE

Ha abbandonato i libri di diritto ed è arrivata là dove l’ha portata la passione vera e autentica, quella per la cucina. Una passione che non ha lasciato scampo: forte, geneticamente tracciabile, praticamente una vocazione per i fornelli allo stato puro.

Stefania, 41 anni appena compiuti, trevigiana, dopo anni di studi universitari e pratica in studi legali ha lasciato il mondo del diritto per dedicarsi alla cucina, trasformandola in occupazione. Oggi è una felice e realizzata personal chef, dotata di attrezzature e cucina professionale, in grado di soddisfare qualsiasi palato. Al delivery e al takeaway ci è arrivata anni prima del lockdown.

DESTINAZIONE PARADISO

Monia Pio Loco Boscariol: un lungo cognome e un’unica grande certezza, la vocazione per l’agricoltura. A 43 anni, grazie alla genetica famigliare, può vantare un DNA molto ricco che le permette di coniugare la competenza tecnica con la creatività, e racconta “non riesco a stare ferma, le idee corrono veloci”. Nonno con incredibile fiuto per gli affari e nonna geniale e lavoratrice, seguiti da un ferreopapà, tutti vivaisti, hanno generato un mix esplosivo di capacità tecnica, visione strategica, tenacia, umanità e passione.

CERCANDO LA STELLA POLARE

Roberta, 36 anni, è formalmente formatrice professionale, psicologa e mental coach, ma è prima di tutto una grande atleta nel corpo e nello spirito. La sua storia inizia presto nel mondo del nuoto. Performante in acqua a soli 5 anni, fa subito capire che in piscina avrebbe potuto “andare forte” e avere un futuro. E in piscina ci è rimasta, allenandosi tutti i giorni per ben 23 anni (dai 5 ai 28 anni), specializzandosi nei 200 a dorso e nei 400/800/1500 a stile libero e conquistando 30 titoli italiani di categoria e 10 titoli assoluti, 3 medaglie internazionali e varie partecipazioni a livello internazionale.

È UNA COSA DA SUPEREROI

Questa storia è proprio da supereroi. È già famosa, sta muovendo il mondo, fa commuovere tutti: è la storia di una ragazza speciale, nata in una famiglia meravigliosa e in un paese normale – Olmi di San Biagio di Callalta. Ce la racconta la mamma, Anna De Rossi, 53anni, oggi impiegata in uno studio dentistico, madre di Margherita (la protagonista), ma anche di Chiara, Donato ed Elia, nonché felice moglie di Marco. I “faMion” si sono trovati a essere veri “supereroi” per caso, non per scelta: hanno combattuto a mani nude, con tutta la loro forza e il loro amore, contro il sarcoma di Ewing, un tumore maligno che ha colpito Margherita in forma particolarmente aggressiva a 17 anni e mezzo portandosela via maggiorenne in un caldo e assolato 14 luglio del 2017.

SEMPRE IN PRIMA LINEA

Geltrude Tonon è un esempio di impegno, fatica, resistenza. Molto più di una donna che lavora, è una donna che ha una coscienza sindacale fuori dalla media, che si è conquistata tutto nella vita, che ha saputo emanciparsi e affermarsi, tappa dopo tappa, obiettivodopo obiettivo.

Che nulla fosse regalato, Geltrude l’ha capito subito: “mi sono sposata a 19 anni, mio marito – a soli 24 anni – è morto per un embolo polmonare mentre ero incinta di 6 mesi e quando è nato il bambino non ho potuto che dargli lo stesso nome: Mario Brunello, per me Marietto.

UNA VITA TRA PALLONI E MOTORI

Dominga è la prima donna italiana a essere insignita del titolo TWIB, che significa arbitro mondiale di pallavolo. È stata anche la prima ad aver arbitrato una finale di scudetto maschile di serie A.
Dominga è un’apripista: era l’unica femmina in una classe di maschi all’Itis. Oggi ha 44 anni e dirige il settore ricambi della Mercedes: è scesa in campo durante l’allattamento lasciando alla nonna il bimbo di un mese. Eppure, è una ragazza come tante, cresciuta a Santa Lucia di Piave da due genitori che hanno saputo riconoscere e rispettare le sue passioni, senza pregiudizi e condizionamenti, sempre pronti ad aiutare.

SE IL MAKE-UP TI CAMBIA LA VITA

Rita è una trasformista creativa delle cicatrici.
Di mestiere è ufficialmente dermopigmentatrice, è docente della prima e unica cattedra italiana di Dermopigmentazione al Dipartimento di Biologia dell’Università di Ferrara, ha il titolo di estetista ma è figlia d’arte di grandi parrucchieri, sta studiando per diventare infermiera professionale ed è una vera pioniera del trucco permanente in Italia. Durante il lockdown si è appassionata di filosofia, ha preso la maturità liceale da privatista, perché “per lo Stato ero solo una ragioniera”. Tecnica ma grande eclettica, si è formata anche alla scuola d’arte oltre che come volontaria nelle corsie degli ospedali. Di fatto, ogni giorno, restituisce vita ai volti, intensità agli sguardi, dignità ai seni operati, nuovi contorni alle labbra. Cancella, nelle donne, i segni delle violenze subìte e il suo trucco permanente giunge come un sollievo nel faticoso percorso di riabilitazione oncologica.

L’ESTATE DEL MURO

Questa non è un’intervista. È la storia vera di una donna.
Mia zia paterna Laura Milani, sposata Beiersdorf, nata a Premilcuore, in provincia di Forlì, il 13 dicembre 1925. È mancata dieci anni fa ma il suo ricordo, a 61 anni dall’inizio della costruzione del muro di Berlino, resta forte e ben scolpito. Era maggiore di sei anni di mio padre Bruno. Entrambi (mio padre era medico e lei farmacista) avevano ereditato la vocazione scientifica dal nonno Amos, medico condotto, gran lavoratore, Cavaliere di Vittorio Veneto, a quei tempi un vero tuttofare, capace di estrarre denti e di far partorire le donne girando in lungo e in largo gli Appennini.

MOLTO PIÙ DI UNA MAMMA

Claudia non è solo una mamma coraggio.
Sarebbe una definizione scontata e semplicistica. È una donna che da oltre 40 anni vive con un dramma umano che a qualsiasi persona farebbe paura ma che lei è riuscita a trasformare in una straordinaria vicenda d’amore e resilienza. Claudia non se li sente i suoi 85 anni, per lei il tempo si è fermato a qualche decennio fa, quando era una giovane mamma, con i suoi tre figli, tutti in scala e vicini di età, nati nella prima metà degli anni ’60. Oggi si chiamano i baby boomers, hanno tutti passato i 50 ma per lei sono solo i suoi ragazzi Michele, Roberto e Anna.